by Alberto Silvestri
LE NOSTRE VISITE ISTITUZIONALI
L'Archeoclub Aricino Nemorense effettua su prenotazione attività didattica con accompagnamento guidato presso il Museo delle Navi Romane di Nemi e presso il Museo Civico Albano.
Svolge servizio di accompagnamento guidato presso la Locanda Martorelli-Museo del Grand Tour, affidata in custodia all'associazione dal Comune di Ariccia.
Su prenotazione, o da programma in collaborazione con il Parco Regionale dei Castelli Romani; i comuni di Ariccia, Nemi e Rocca di Papa, svolge nel territorio dell'antico nemus Aricinum (il bosco sacro che circondava per un raggio di cinque miglia la città latina di Aricia) le seguenti visite guidate:
Itinerario n. 1 : Ariccia. Locanda Martorelli, Centro Storico e Parco Chigi (parte monumentale).
Partenza dalla Piazza di Corte. Visita guidata alle tempere murarie di Taddeo Kuntze (‘700) che illustrano la mitologia dell’antica Aricia, al Capitolium e alla parte monumentale del Parco Chigi, ultimo lembo del bosco sacro a Diana, che conserva importanti reperti archeologici ed essenze arboree (durata: 1 ore e 1/2).
Parco e Palazzo Chigi in Ariccia
Itinerario n. 2: Passeggiata Archeologica sulla Via Appia Antica.
Partenza dalle Catacombe di S. Senatore (visita) con arrivo alla Sostruzione della via Appia e allo sbocco dell'emissario del lago di Nemi in Valle Ariccia (durata 3 ore). Abbinabile con la visita guidata al Museo Civico Albano.
Itinerario n. 3: Attraversamento dell'emissario del lago di Nemi.
Partenza da Valle Ariccia (durata 3 ore, abbinabile con l'itinerario n. 4).
La Sostruzione della Via Appia Antica in Valle Ariccia
Itinerario n. 4: Dal Museo delle Navi Romane di Nemi (visita) al tempio di Diana Aricina o Nemorense in Valle Giardino (durata 2 ore).
Itinerario n. 5: Via Sacra a Monte Cavo.
Partenza dal cancello verde a 1,200 km. dall'ingresso della rotabile per Monte Cavo (durata dell'ascenzione 1 ora e mezza).
Il "Belvedere" della Via Sacra
FERIAE LATINAE. Festa dei popoli latini (2013 - 2017)
L'ascensione al mons albanus
Dal 2013 le associazioni Archeoclub Aricino Nemorense, Legio Secunda Partica Severiana, Associazione Tyrrhenum-Gruppo storico Lavinium hanno ideato la rievocazione storica delle Feriae Latinae. Festa dei Popoli Latini che si svolge e tra maggio e giugno.
Le celebrazioni dei sacri riti in onore di Iuppiter Latiaris si svolgevano sin dall’età protostorica quando i popoli del Lazio salivano in processione al tempio del dio della montagna ubicato nel bosco sulla vetta del Mons Albanus (odierno Monte Cavo) e sarebbero state istituite dai Prisci Latini con i quali si allude ai populi Albenses (popoli che abitavano il Lazio in età preromana).
La denominazione di Feriae Latinae risale invece all’età romana.
La processione verso la sede del dio aveva inizio dalla Valle di Ariccia e dalla Via Appia Antica e saliva per un diverticolo di essa, il clivus Albanus (via sacra in salita), che attraversava l’antica acropoli (attuale Corso Garibaldi di Ariccia) per inoltrarsi nel bosco (nemus Aricinium) e raggiungere la vetta della montagna sacra ai popoli Latini. Giove Latino elargiva il potere (imperium) al dictator della Lega Latina e in età romana, quando Roma assumerà la presidenza della celebrazione, continuerà a legittimare i consoli.
Relativamente a questo periodo le fonti antiche riportano alcuni episodi prodigiosi, quali l’inspiegabile innalzamento delle acque del lago Albano e le piogge di pietre che si erano abbattuti sulla Campagna Romana, legandoli al fatto che i consoli avevano trascurato di celebrare i riti a Giove.
I consoli infatti, non appena insediati, dovevano indire le Feria Latinae e sacrificare alla divinità del mons albanus. Se infatti non compivano questo atto non potevano partire per la Provincia. In caso di vittoria in guerra le Feriae Latinae potevano anche essere ripetute come omaggio al dio e lungo la via Sacra o clivus Albanus e, in questa occasione, i consoli potevano celebrare anche il trionfo.
Come nel culto di Zeus Olimpico in Grecia, anche durante le feste di Giove Latino cessava qualsiasi forma di ostilità e si rinsaldava il patto tra tutti i popoli del Lazio. Dunque questa celebrazione aveva un grande valore sociale e politico, oltre che religioso, che culminava nell’offerta in sacrificio del toro bianco la cui carne arrostita era divisa, per la sua consumazione, tra tutti coloro che prendevano parte al banchetto comunitario. Ma il cerimoniale era contrassegnato da diversi altri atti rituali risultato di una lunga e articolata stratificazione cultuale.
L'accensione del fuoco di Vesta
Progetto Via Appia-Vie Consolari Romane
Il Tratto Aricino della Regina Viarum
La ‘città madre’ di Augusto, nota sin dall’antichità per la ‘Battaglia di Aricia” del 504 a.C. e poi come prima stazione dell’Appia da Roma, conserva a valle, dove scorre il tracciato, importanti vestigia per la maggior parte ancora sepolte sotto circa due metri di sedimento. Un’eccellenza è costituita dal celebre viadotto del II sec. a.C., lungo 230 mt. ed alto 13, preso dall'Archeoclub Aricino Nemorense a vessillo per il recupero e valorizzazione della via Appia antica. Dal 2011 difatti, a seguito di una raccolta di firme che denunciava lo stato di degrado del monumento, l’associazione ha promosso in collaborazione con Comune di Ariccia, Parco Regionale dei Castelli Romani e di concerto con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, una serie di campagne di ripulitura dei siti di interesse archeologico propedeutiche alla presentazione (2013) di un progetto di recupero e valorizzazione archeologica dell’intero tratto Aricino della Regina Viarum.
Il progetto, approvato nel 2014 dal Comune di Ariccia, prevede nella sua prima fase una preliminare bonifica dei siti, la loro recinzione, la creazione di un info-point adibito al ricevimento dei visitatori, la segnaletica esterna ed interna alle aree archeologiche con pannelli didattico illustrativi. Nella seconda fase sono previste archeosurveys e successive campagne di scavo archeologico promosse da Archeoclub d’Italia in collaborazione con le Università Italiane con l’obbiettivo di rendere “vitale e comunicativo” il tratto aricino della Via Appia Antica, mediante pedonalizzazione, ciclabilizzazione e creazione di un “percorso di visita permanente museale e integrato” che possa favorire da un lato “l’afflusso turistico nel contesto territoriale in cui è inserito” e dall’altro fungere da collegamento con altri percorsi di visita alle vestigia ed eccellenze artistiche del territorio.
Frontespizio del progetto